Nascita del palcoscenico e distacco del pubblico dal balletto di Corte
Verso la fine del tredicesimo secolo in Francia, fu un potente della Chiesa, precisamente il Cardinale Richelieu a voler ridare al balletto cortigiano una prospettiva non solo legata all’intrattenimento ed all’arte ma anche alla politica.
Il meccanismo venne ideato per poter riuscire a consolidare nuovamente il potere del Re attraverso il divertimento delle persone.
A tal proposito sempre Richelieu consigliò di produrre spettacoli che potessero fondere gli antichi racconti mitologici con quelli reali ed attuali delle nuove conquiste del Re Luigi XIII, eseguite attraverso campagne e vittorie militari.
Grazie a questo connubio di temi, uno estrapolato dalla mitologia religiosa degli antichi Dei e delle forme di celebrazione, mentre l’altra dall’attualità, ecco che la stessa figura del re veniva da qui interpretata accomunandola a queste figure divine, in modo anche da giustificare e legittimarne le relative rivendicazioni.
Il Re infatti grazie a questi escamotage veniva spesso accomunato alla figura di Ercole (attraverso l’appellativo di Ercole di Francia), ed anche al Sole, simbolismo che venne poi affibiato definitivamente al suo celebre successore Luigi XI, ben noto quest’ultimo per la sua grande propensione all’arte della danza, colui che in Francia rivoluzionò il sistema danzario sotto ogni aspetto, non tanto politico quanto più artistico, un grande estimatore ed oratore dell’arte del balletto (lo stesso Re Sole partecipava molte volte in prima persona alla scena).
Tornando a Luigi XIII nel balletto dedicato al trionfo della Francia sulla Spagna messo in scena nel 1641: “Balletto del favore delle armi di Francia”, anche qui appare la celebre figura mitologica di Plutone come Re infernale, che arriva sulla Terra per stravolgere la condizione di armonia nella quale in quei tempi la Francia stava vivendo.
La rappresentazione si conclude in maniera autocelebrativa, con le figure degli Dei che porgono omaggio al Re di Francia e si congratulano con lui per l’ottimo lavoro svolto nel riportare la pace e la dignità al Paese e nel promuovere prosperità e gloria alla Nazione.
Il balletto venne messo in scena al Teatro Palais-Royal, luogo creato su commissione per uso personale dallo stesso Cardinale Richelieu.
Da questo momento in poi, l’introduzione e l’utilizzo del palco ebbe una profonda influenza sul balletto di Corte, questa cornice iniziò ad essere sfruttata in molti luoghi che prevedevano la messa in atto di balletti reali, non più legati ai Palazzi con il pubblico amalgamato all’interno della stessa rappresentazione (anche a scopo partecipativo), ma bensì con una netta separazione tra pubblico (che ammira) e artisti (che eseguono).
Naturalmente dal momento di questo distacco che rende il pubblico inerme e pone lo spettacolo a puro intrattenimento visivo, ecco che le aspettative cambiano radicalmente, se dapprima il pubblico dell’alta nobiltà si accontenta di partecipare a queste forme di intrattenimento, ecco che ora per emanare al meglio il messaggio dell’opera il pubblico ammira, ma si aspetta ovviamente una preparazione di livello artistico superiore dei partecipanti al ballo.
E’ da questo istante che subentreranno infine i danzatori professionisti che le Corti iniziano a ricercare tra i più grandi artisti di strada, come acrobati ed altri ancora, tant’è che proprio le giravolte, i salti mortali, le acrobazie ed una più vasta gamma di movimenti che poi nel tempo andranno a formare le basi accademiche della danza classica, sono quei dettagli che riusciranno a convincere lo spettatore del distacco avvenuto.
Sempre dall’introduzione dei primi palcoscenici, ecco nascere anche lo studio di impatto delle scenografie, attraverso l’applicazione di sempre più sofisticati marchingegni scenografici.