Esperienze Motorie ed empatia nel ballo
La danza ha da sempre rappresentato un’attivazione fisica ed emotiva oltre ogni limite umano conosciuto, si spinge ben oltre la semplice logica nascendo dall’ispirazione e raggiungendo ogni tipo di esperienza motoria, costituita a sua volta da movimenti spesso inventati, nuovi e non appartenenti alla radice naturale dell’essere umano, movimenti artistici.
Queste esperienze motorie nel ballo si suddividono tra un cervello motorio ed un cervello emozionale, ed è proprio nel metodo di pensiero utilizzato in un’arte come quella del ballo, che capiamo quanto questa sia in realtà molto affine alla vita stessa.
Anche nella vita di tutti i giorni esiste infatti una interpretazione logica ed un’altra a livello dei sentimenti.
Una mente razionale che gestisce la coscienza e ci traduce pensieri e riflessioni, calcoli e riflessioni, ed una mente emozionale che invece contiene le sensazioni e gli stati d’animo e ci permette di sentire cose positive come il piacere, la gioia, l’amore, l’empatia e le cose negative come la paura, il dispiacere, la tristezza e così via.
Da tenere bene a mente inoltre che durante un ballo, se poi condiviso con altre persone, ossia se siamo parte costituente di un corpo o gruppo di danza, la parte sentimentale ed empatica viene ancor più amplificata.
La parte empatica della mente emozionale è quella che ci fa essere parte di un gruppo sociale, ci rende amici, partners, ci rende genitori o figli capaci di intuire gli stati d’animo delle persone che ci circondano sia all’interno di un nucleo familiare sia all’esterno come ad esempio tra amici o colleghi di lavoro.
L’opposto dell’empatia è la sociopatia e purtroppo molte persone, anche di successo all’interno della comunità, ne sono affette; la sociopatia è un disturbo psicologico non diagnosticato nella società odierna, ma che affligge buona parte della popolazione (anche inconsapevolmente).
Esistono infatti persone che pur essendo sociopatiche, vale a dire pur non sentendo emozioni umane legate alla parte sentimentale e, che pur non riuscendo a causa dei loro limiti a calarsi nei panni del loro prossimo, agiscono solo istintivamente o calcolando freddamente le operazioni da svolgere rapportandole esclusivamente a loro unico vantaggio.
Di queste persone ne sono pieni anche gli alti ranghi sociali anche se a quei livelli sono maggiormente identificabili, ma quando si trovano mescolate alla gente della medio e bassa borghesia, ecco che la loro natura primordiale si mescola in maniera pressoché impercettibile col resto della società.
Possiamo intuire la presenza di queste persone non empatiche solo lavorandoci o frequentandole a stretto contatto, chissà quanti tra noi hanno avuto o hanno amici con questa caratteristica.
Ad ogni modo è possibile per loro essere attratti dall’arte, così come dalla danza, ma probabilmente per motivi differenti da quelli di una persona empatica, la quale danzerà per migliorare la conoscenza di se stessa e per amalgamarsi ad un gruppo, anziché volerne solo prevaricare artisticamente i membri che lo compongono.
Il buon lavoro di un danzatore o di un coreografo si denota specialmente da questo, da quanto egli è in grado di provare emozioni, trasmetterle al pubblico attraverso i suoi movimenti e la sua coreografia e saperlo trasportare sapientemente e con profonde sensazioni all’interno del proprio sogno.