Nascita della tragedia Lirica e rispettivi artisti
Nel 1673 con la prima di Cadmus et Harmonia (Cadmo e armonia) la tragedia lirica (in francese: Tragédie-lyrique), è stata catalogata come un’innovativa forma di spettacolo e rappresentazione teatrale che prevedeva nel suo complesso, l’utilizzo del ballo e del canto in messi in parallelo, per esaltare tragedie alquanto analoghe a quelle di Cornelie o di Racine.
In realtà questo formato venne ideato da artisti e coreografi di maestosa importanza, come Beauchamp, al quale si affiancò poi anche il librettista Philippe Quinault.
All’interno di questa prima grande rappresentazione venivano immortalati elementi come un ballo costituito da statue dorate, danze oniriche sacrificali e dedicate alla celebrazione.
Parliamo di un tempo nel quale balletto classico di Corte ed Opera, non sono ancora due generi distinti, per questo nacquero poi queste liriche.
Anche Lully era ammaliato dalla loro drammaticità, pertanto veniva anche lui coinvolto assieme ad altri artisti nella creazione diretta dei passaggi mimici, anche se il focus era maggiormente concentrato sull’operato dei cantanti, poiché all’epoca, v’era necessità di nuovi ma soprattutto preparati danzatori.
Durante queste Tragedie liriche, i ballerini inoltre possedevano ancora le maschere di scena a camuffare i loro volti, pertanto bastava essere poco più che abili nel movimento, poiché non vi era necessità di mimica facciale.
Nel mentre Beauchamp ebbe la rivoluzionaria idea di iniziare finalmente a codificare tutta la tecnica di movimento dei balletti, tanto da attribuire a lui stesso il merito di aver creato le 5 canoniche definizioni dei piedi nel balletto, sulle quali poi appoggia tutto il resto dei passi inventati durante il corso della storia.
La posizione che prevede la rotazione esterna di gambe e piedi, venne adottata per l’appunto sia nelle danze sociali sia nelle rappresentazioni a teatro professionali; mentre la posizione che prevede l’angolazione del piede a 90 gradi, venne in principio sfruttata solo nelle rappresentazioni grottesche, posizione che poi nel tempo giunse ovunque.
Sempre Beauchamp riuscì inoltre nell’intento di modellare ed evolvere in maniera profonda lo schema didattico come forma di istruzione all’interno delle accademie di danza.
Il suo operato riuscì a stabilizzare in meglio la preparazione artistica di tutti i danzatori dell’Opéra di Parigi, da lì ne guadagnò a suo vantaggio, la stessa accademia.
Sempre grazie al suo operato nel settore didattico, Beauchamp fu uno dei primi direttori artistici a coinvolgere indirettamente ed a pieno anche le danzatrici donne; queste professioniste vennero infatti accettate per la prima volta nella storia nelle compagnie di balletto.
Lo stile di ballo femminile era molto più morigerato e composto di quello maschile, non era affatto come quello al quale oggi siamo tutti abituati ad assistere, anche se come oggi accade, veniva chiesto a tutti i partecipanti di compiere movimenti naturali, dissimulando lo sforzo fisico.
Erano proprio la leggerezza del movimento, la sua armonia e la grazia a distinguere i danzatori professionisti da altri partecipanti a scopo di comparse: la differenza tra preparazione del danzatore accademico e quella complementare del danzatore amatoriale, inizia per forza di cose ad essere sempre più abissale.
Tra le prime 4 pioniere danzatrici, ammesse nella compagnia teatrale “Le Triomphe de l’Amour”, era presente anche una ballerina che divenne da lì a poco, la prima ballerina dell’Opéra di Parigi: Mademoiselle de Lafontaine (vissuta fino al 1738).